<title> RIASSUNTO </title>Un manoscritto venuto recentemente alla luce a Londra rappresenta un legame importante tra gli studi rinascimentali della matematica greca e la nascita dell'algebra moderna. Il manoscritto è composto da 3 parti. La prima è la copia del tipografo per la prima edizione della traduzione dell'Archimede eseguita da Federico Commandino e pubblicata da Paolo Manuzio a Venezia nel 1558. Il documento porta le correzioni e le istruzioni manoscritte del Commandino per il tipografo. Nei margini sono incollate 41 figure geometriche incise, prove per l'edizione a stampa. La seconda parte contiene una raccolta di note e lettere, tutte riguardanti problemi di geometria e di matematica. Otto dei fogli potrebbero essere stati scritti dall'allievo del Commandino, Guidobaldo dal Monte. L'ultima parte, con ogni probabilità scritta nella Francia del nord durante la prima parte del diciassettesimo secolo, è strettamente collegata alle ricerche matematiche di François Viète. Il testo, apparentemente il lavoro di un allievo, tratta i vari argomenti della « nuova algebra» e <?CTRLerr type="1" mess="Doute Cars isoles avec recollage" ?>cita l'opera di Viète. Questo volume appartenne per un certo periodo alla Biblioteca Albani. Infatti, il primo foglio del testo di Archimede porta lo stemma di Giovanni Francesco Albani (papa Clemente XI). Nel diciannovesimo secolo, invece, entrò a far parte della collezione di Baldassarre Boncompagni Ludovisi.
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<title> RIASSUNTO </title>Un manoscritto venuto recentemente alla luce a Londra rappresenta un legame importante tra gli studi rinascimentali della matematica greca e la nascita dell'algebra moderna. Il manoscritto è composto da 3 parti. La prima è la copia del tipografo per la prima edizione della traduzione dell'Archimede eseguita da Federico Commandino e pubblicata da Paolo Manuzio a Venezia nel 1558. Il documento porta le correzioni e le istruzioni manoscritte del Commandino per il tipografo. Nei margini sono incollate 41 figure geometriche incise, prove per l'edizione a stampa. La seconda parte contiene una raccolta di note e lettere, tutte riguardanti problemi di geometria e di matematica. Otto dei fogli potrebbero essere stati scritti dall'allievo del Commandino, Guidobaldo dal Monte. L'ultima parte, con ogni probabilità scritta nella Francia del nord durante la prima parte del diciassettesimo secolo, è strettamente collegata alle ricerche matematiche di François Viète. Il testo, apparentemente il lavoro di un allievo, tratta i vari argomenti della « nuova algebra» e <?CTRLerr type="1" mess="Doute Cars isoles avec recollage" ?>cita l'opera di Viète. Questo volume appartenne per un certo periodo alla Biblioteca Albani. Infatti, il primo foglio del testo di Archimede porta lo stemma di Giovanni Francesco Albani (papa Clemente XI). Nel diciannovesimo secolo, invece, entrò a far parte della collezione di Baldassarre Boncompagni Ludovisi.
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