Browse results
«Prendi un piccolo esempio, e saprai tutto quello che voglio dire». Così Platone introduce esempi matematici volti a illustrare snodi filosofici particolarmente problematici. Questo studio fornisce un’analisi sistematica di tali esempi e ne mostra la cruciale funzione psicagogica. Come un toolkit di oggetti paradossali che confondono l’anima e mettono in moto il pensiero, le matematiche degli esempi non veicolano rigore dimostrativo e calcoli esatti, ma inducono stati psichici di aporia e meraviglia. Proprio in virtù del loro sguardo biforcuto, rivolto non solo verso l’alto ma anche verso il basso, le matematiche hanno il potere di risvegliare l’anima e di trainarla verso le Idee.
«Prendi un piccolo esempio, e saprai tutto quello che voglio dire». Così Platone introduce esempi matematici volti a illustrare snodi filosofici particolarmente problematici. Questo studio fornisce un’analisi sistematica di tali esempi e ne mostra la cruciale funzione psicagogica. Come un toolkit di oggetti paradossali che confondono l’anima e mettono in moto il pensiero, le matematiche degli esempi non veicolano rigore dimostrativo e calcoli esatti, ma inducono stati psichici di aporia e meraviglia. Proprio in virtù del loro sguardo biforcuto, rivolto non solo verso l’alto ma anche verso il basso, le matematiche hanno il potere di risvegliare l’anima e di trainarla verso le Idee.
Abstract
How can events in part of the Stoic cosmos be contingent, when all events are necessary? Why does Chrysippus hold that the impossible may flow from the possible, or that while it is possible Dion die, ‘this person be dead’ is impossible. This article constructs a naïve model of Stoic modality in which truth evaluations are grounded in spatial location and motion. This is shown to provide a best fit for the Stoic doctrine, generating the six events which Chrysippus groups into the four Stoic modal categories, and explaining why the Stoics espoused doctrines attacked as contradictory by their opponents.
Abstract
This article explores, from an epistemic perspective, the scope of some key notions of the Stoic theory of action at the moment of a rational agent’s deliberation. It is argued that deliberation consists primarily in a critical examination of impulsive presentations (φαντασίαι ὁρμητικαί) and that indifferent objects (ἀδιάφορα), as carriers of a kind of selective value (ἀξία ἐκλεκτική), rather than a reason to act constitute a reason to believe (Klein, 2015). Finally, it is concluded that virtue, contrary to what has sometimes been interpreted, is not part of the deliberative process as one among other considerations about the indifferent because the moral value of virtue is incommensurable with the natural value of the indifferent. However, virtue enters decisively into deliberation insofar as the practical end of the rational agent is to reason perfectly (εὐλογιστεῖν) in full consonance with the demands of destiny.